domenica 24 febbraio 2013

SONO VIVA!!!


                                                                                                                                           09-02-13

CIAOOOOOO.. SONO VIVAAAA!!!!
Son passati una decina di giorni dall’inondazione e devo dire che la posizione della casa dove alloggio è molto sicura.
Il fiume si è riempito fino a 22 metri superando il ponte, uno spettacolo mostruoso.
Io mi sono parecchio spaventata, non sapevo come comportarmi dato che non mi sono mai trovata in una situazione del genere. Le linee telefoniche avevano smesso di funzionare per 3 giorni e non potevamo comunicare con nessuno, avvisarli che nonostante tutto stavamo bene e al sicuro.
Quella notte sono rimasta sveglia fino alle 3 del mattino. A ogni ora andavamo a controllare il livello del fiume che si alzava sempre più, ma ci voleva ancora un po’ prima che arrivasse da noi, quindi ho fatto un sonnellino. Dopo 3 ore sento Erika rientrare in casa (lei tranquilla era andata a dormire alle 23) comunicandoci alle 6 che il livello del fiume era ancora salito, incredula vado a controllare.. e si, si era ancora alzato dalle ultime 3 ore.
Decidiamo di prendere le valigie e dirigerci verso la collina alla scuola di evacuazione, inconsapevoli che si era formato un altro fiume dall’altra parte della strada. Controlliamo tutte le vie, non c’era niente da fare. Scoraggiati torniamo a casa sperando che non si sarebbe alzato ancora, infatti il livello si era fermato, tanto che la sera si era abbassato parecchio e io ho fatto un sonno tranquillo.
Come già da giorni la televisione era accesa tutto il giorno sul telegiornale, vedevo immagini di Bundaberg che era completamente sotto l’acqua, e non ho fatto altro che pensare che se non avrei preso il coraggio di fare l’autostop, mi sarei trovata proprio lì, a Bundaberg, dove c’è stato il peggio, senza nessuno che potevo conoscere, senza poter comunicare al telefono.. già non ero felice per la disavventura con l’autobus, se poi mi trovavo lì, giuro mi sarei fatta una nuotata con le mucche e i maiali nel fiume!
In lieto fine è andato tutto bene.

Il week-and dopo io e Nicola (un altro ragazzo conosciuto a Mildura), decidiamo di andare con il suo supervisor e le figli nel suo ranch a Ban Ban Springs, immensi prati verdi e pace, e niente da fare. Praticamente io e lui abbiamo passato 2 giorni a lanciarci sassolini addosso o chi faceva più punti a toccare un filo d’erba con il sasso, guardare i bambini che facevano il bagno in un laghetto alquanto disgustoso e vederli prendere pesciolini o fare il count down per gare a cavallo. Senz’altro un’esperienza da scoprire ma da non rivivere.
Una cosa bella che ci ha fatto vedere è stato un lago che si è formato sopra un vulcano inattivo, davvero molto carino, tranne la camminata sulla montagna! =)

All’inizio della settima ho trovato lavoro. Praticamente dobbiamo pulire tutti gli alberi di mandarini, arance o limoni da tutti i rametti e spazzatura che gli ha portato l’inondazione.
La sveglia è molto presto, alle 4.30. Il lavoro è molto stancante, sotto al sole e torno a casa completamente del colore della terra e buchi nelle mani per le spine degli alberi ma BEN retribuito.
Per ora è tutto, spero in una gita al mare con le francesi dato che hanno la macchina!

Indovinate dove mi trovo??


27-01-13
Indovinate dove mi trovo??
In QUEENSLAND..
Mi trovavo da mio Zio a Adelaide, ma per quanto bella sia, io non riuscivo a stare senza la mia pazza amica Erika. Con lei mi trovo bene, ci divertiamo e ridiamo, anche se a volte non la sopporto ma senza di lei non riuscivo a stare, ci vogliamo troppo bene. E quindi l’ho raggiunta a Gayndah.
Fin qui è tutto ok ma x raggiungerla ho fatto cose che non credevo mai di fare, ma c’è sempre la prima volta, no??
Da Adelaide ho preso l’aereo per Brisbane.. tutto alla norma finchè non ho dovuto pagare 90 dollari in più per i kili di troppo.. eeee paghiamo!
Arrivata a Brisbane prendo due notti di ostello perché il bus che mi avrebbe portato a Gayndah era mercoledì. Quindi decido di visitare un po’ Brisbane.
Sole e pioggia, ovviamente senza ombrello e passeggio per il giardino botanico in tutta tranquillità e vedo uccelli e lucertole ovunque, qualche foto qua e là tra le piante e via per un’altra zona di Brisbane dove vedo gente che si fa il bagno nelle fontane e mi chiedo: “Qui la gente problemi uguali a zero”. Decido di salire i gradini per vedere meglio e immortalarli con le foto e praticamente c’era una enorme piscina per grandi e piccini, con tanto di spiaggia con la sabbia e bagnini se nel caso qualcuno affogasse, ovviamente tutto free.
Finito il tour torno verso l’ostello, cenetta con una ragazza conosciuta nella stessa stanza e un’ altra passeggiata in città, dove vedo volare al posto di uccelli, pipistrelli grandi quanto le mie braccia.
Mi ricordo quando ero piccola che mia Mamma mi diceva che i pipistrelli si attaccano ai capelli e per levarli bisognava rasarsi a zero.. ancora adesso non so se è vero o lo diceva per non farmi stare in giro la sera. Devo domandarglielo.

Sveglia alle 6, direzione stazione dei bus. 8 ore di viaggio di cui scesa a Bundaberg avrei dovuto prendere subito un altro bus per 2 orette. Il bus non c’era. Niente panico. Prendo una notte all’ostello di fianco la stazione e la mattina dopo avrei chiamato per il bus per Gayndah.
Faccio un giro per Bundaberg. Quel poco che ho visto era molto carina, forse più di Mildura. A un certo punto ho cominciato a sentire migliaia di pappagalli volare e cantare tra gli alberi.. ero talmente di malumore che avrei voluto essere come loro, sembravano così felici.
La mattina seguente ero d’accordo con la ragazza al telefono che mi avrebbero preso alle ore 2 pm davanti la stazione. Contentissima di essere riuscita a parlare al telefono in inglese e aver capito tutto.
Aspettando l’orario e non potendo uscire perché non smetteva di piovere, (all’insaputa che quella pioggia poteva essere la mia rovina se non arrivavo a Gayndah.) mi sono rilassata leggendo un libro di Fabio volo, Un posto nel mondo. È la seconda volta che lo leggo, mi sento la stessa persona dell’amico del protagonista. Anche se lui poverino, muore all’età di 33 anni per un incidente stradale in moto.
Alle ore 2 pm ero già fuori ad aspettare il bus. Si fanno le 2.15 e il bus non si vede. Si fanno le 2.30 e il bus non si vede. Si fanno le 3 e il bus non si vede. Nell’arco di quell’ora avrò fatto tante di quelle chiamate alla ragazza che non avrò mai fatto in tutta la mia vita. Senza alcuna risposta e incredula della situazione, chiamo Erika e per l’ennesima volta gli dico che nemmeno oggi sarei arrivata. Dovevo arrivare a Gayndah in un modo o nell’altro.
Prendo un biglietto per la mattina dopo che mi avrebbe portato a soli 1 ora e mezza da Erika, a Childers, dove una conoscente di Erika sarebbe dovuta venirmi a prendere, non è più venuta per paura che bloccassero le strade per causa della pioggia, che ancora non aveva smesso.
Chiedo per il paese se qualcuno andasse per Gayndah o lì vicino, risposte non gradite.
Mi sentivo talmente demotivata che non mi interessava più cosa mi sarebbe successo nelle ore seguenti.
Prendo le valigie e mi incammino sotto la pioggia per la strada provando a fare l’autostop quando passava una macchina. Dopo soli 10 minuti si ferma un signore che abitava a metà tra Childers e Biggined ma il signore molto gentile mi ha portata fino alla stazione di servizio di Biggined. Lo ringrazio chiedendogli se voleva qualcosa da bere per il favore ma lui se ne andò.
Da lì aspetto 5 minuti prima di chiedere, per sedermi e rendermi conto dell’atto compiuto che non credevo di poter mai fare in tutta la mia vita.
Davanti a me si ferma una famigliola, colgo subito l’occasione e gli chiedo se vanno per Gayndah, loro risposero che non sarebbero arrivati lì ma se ero solo io (dato che avevano un posto solo in macchina) mi avrebbero portato fino al prossimo paese dove mi sarei trovata solo a 20 minuti di macchina per Gayndah. Accetto subito. Arrivati all’altra stazione a Ban Ban Springs, senza nemmeno aspettare che scendessi dalla macchina, loro chiesero a una coppia di vecchietti se andavano per Gayndah e loro risposero di si.. mi sentivo felice e non sapevo proprio come ringraziare tutti loro per il gesto così bello, perché poi non volevano niente in cambio. In Italia ti scordi di poter fare tutte queste cose.

“Erikaaaaaaaaaaaa sto arrivando a Gayndah” gli dissi. Lei incredula mi chiese come. “Ti racconto tutto quando arrivo!”.

Oggi è già il terzo giorno che mi trovo a Gayndah e solo stamattina ha smesso di piovere.
Degli amici sono venuti a trovarci e ci hanno avvisato che stanotte ci sono stati 6 tornadi e che il fiume che era in secca è straboccato. Ecco perché non si riusciva a dormire stanotte. Ci portano a fare un giro turistico della situazione, dove faccio foto di alberi caduti e del fiume in piena.
Questo è un punto della strada da dove sono arrivata io qualche giorno fa.



Ok niente panico.. “ERIKA SIAMO IN TRAPPOLAAAAA!! COME CAZZO FACCIAMO AD ANDARCENE??? E IL CIBO?? ARRIVA PROPRIO DA Lì!!! MORIREMO DI FAME?? AAAAAAAAAAHHHHHHH AIUTOOOOOOO!”.

To be continued..